La formazione come strumento di Governo Clinico
Medicina Sostenibile – la relazione di cura tra etica, responsabilità e risultato
Percorso di apprendimento per la dirigenza in sanità
sede: IPE – Riviera di Chiaia, 264 – 80121 Napoli.
È stato inaugurato il 28 febbraio 2009, presso la Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli, il percorso di apprendimento per dirigenti della Sanità “Medicina Sostenibile – la relazione di cura tra etica, responsabilità e risultato” .
Il progetto di un intervento formativo, fortemente voluto dai direttori del corso, prof. Raffaele Calabrò e dr. Antonio Giordano, è stato organizzato dall’Azienda Ospedaliera “D.Cotugno” e dall’ Istituto per ricerche ed attività educative “I.P.E.” quale risposta alla sempre crescente necessità di garantire, agli Operatori Sanitari, una formazione che rimetta al centro del sistema di cure il malato con le sue sofferenze, in un percorso rispettoso della sua dignità.
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Il corso, ponendo l’accento sull’equilibrio necessario tra curare e prendersi cura, si propone quale strumento per favorire la conoscenza, il dialogo e la partecipazione, mediando tra gli aspetti strutturali, organizzativi, gestionali, tecnologici e le esigenze di chi vive l’ambiente ospedaliero. E’ per questo motivo che sono state coinvolte in questo progetto diverse figure professionali che operano in Sanità: non solo dirigenti medici, dunque, ma anche dirigenti dell’area amministrativa e tecnica.
La produzione di un sistema sinergico di competenze e valori comuni rappresenta la base fondante del Governo Clinico e questo è possibile solo definendo e diffondendo una rete di autonomie e responsabilità che coinvolgano più figure professionali che operano in ambito sanitario. Ciascuno con le sue competenze, dunque, i partecipanti al corso contribuiranno a costruire un tavolo di confronto al quale ci si propone di far seguire progetti operativi, tentando di dare risposte concrete alle trasformazioni che la medicina ha affrontato negli ultimi anni : lo sviluppo della scienza medica, l’affermarsi di nuovi diritti e nuove libertà dei cittadini hanno dovuto confrontarsi con la moderna cultura di gestione dei sistemi sanitari, che si rifà ad una economia di mercato totale e globale. Questi fenomeni hanno sollecitato tumultuosi processi di cambiamento e la tradizionale arte di curare i malati si è trasformata in una complessa funzione che trasferisce ai singoli ed alla collettività la tutela della salute.
I temi sono stati affrontati partendo dal presupposto che l’etica non sia estranea all’economia, ma che anzi, sia il presupposto indispensabile nell’operare scelte che vadano in una direzione innovativa e che, soprattutto, pongano il valore umano al più alto gradino dei valori della società e dell’impegno professionale.
La politica per l’ “umanizzazione” è il primo passo per orientare l’organizzazione della sanità verso la centralità della persona umana.
La costruzione di un percorso di “umanizzazione” pertanto, deve mediare tra gli aspetti strutturali, organizzativi, gestionali e tecnologici e le esigenze di chi vive l’ambiente ospedaliero: le persone che vi lavorano, quelle che vi accedono per le cure e e quelle che accompagnano.
“Umanizzare” l’ospedale significa:
a) saldare etica e formazione del personale con strutture e cambiamenti istituzionali,
b) impegnarsi in una vasta opera di diffusione di una cultura che ponga il valore umano al più alto gradino dei valori della società e dell’impegno professionale.
L’ospedale viene considerato in questo contesto come la struttura simbolo con la quale le “strutture e i servizi sanitari” s’identificano e alla quale si associano più comunemente, perché, anche se si sono profondamente trasformati i percorsi per la diagnosi e la cura, resta nella memoria e nell’immaginario, il luogo del “ricovero”.
Lontano dal riguardare puramente questioni etiche o filosofiche, l’ “Umanizzazione”, dunque, rappresenta la sfida che l’ospedale attuale e l’ospedale futuro devono cogliere per recuperare la centralità dell’individuo nella sua interezza fisica, psicologica e sociale.
Le lezioni del corso sono state orientate a garantire ai discenti una formazione di natura interdisciplinare e multidimensionale, avente come finalità prioritarie quelle di acquisire conoscenze e competenze per un approccio olistico alla persona e promuovere una riflessione su tematiche salienti del mondo sanitario.
Obiettivi: Una organizzazione (ri-organizzazione) della sanità, a partire dalle sue strutture, deve essere orientata ai bisogni del cittadino-utente che venga posto al centro dei processi assistenziali di diagnosi e cura, alberghieri e di comunicazione.
Questo comporta, prima di tutto, la messa in discussione di atteggiamenti, comportamenti, modi di pensare tramandati ed accettati acriticamente, per volontario o involontario interesse, dal personale sanitario. Con questo corso si è intense stimolare la riflessione sul tema, non solo trasferendo contenuti, ma soprattutto facilitando il processo di rielaborazione di conoscenze e di esperienze.
Uno degli obiettivi è stato quello di trasferire ad altri le nostre esperienze più collaudate, fornendo loro elementi interpretativi utili per una valutazione quantitativa e qualitativa della questione e proponendoci, inoltre, di mettere i partecipanti in condizione di sviluppare dei progetti che portino alla “Umanizzazione” delle cure, dei Servizi sanitari e dell’Ospedale.
Metodologia del Corso:
Lezioni frontali, lavori di gruppo, produzione di elaborati, proiezione di produzioni video.
Il percorso formativo può essere schematizzato in:
1. fase di conoscenza reciproca dei partecipanti (talora con possibilità di interazione con gruppo prima delle lezioni e per via telematica e con tecniche di team building);
2. analisi delle problematiche anche attraverso la ricerca di dati e informazioni utili;
3. individuazione delle criticità;
4. confronto con dati di letteratura, con esperienze analoghe attuate in altre realtà elaborazione di proposte di miglioramento;
5. individuazione di modalità di monitoraggio dei cambiamenti attraverso la definizione condivisa di indicatori di processo e, ove possibile, di esito riferiti a obiettivi di “umanizzazione”, di governo clinico, ecc)
6. i docenti che presentano le tematiche al mattino partecipano alla conclusione della giornata con il confronto sulle elaborazioni pomeridiane dei gruppi
7. Tutor: la funzione di tutoring è gestita da un gruppo di lavoro diviso in due aree supporto amministrativo-logistico e didattico la seconda area è attiva fin dalla fase di progettazione con la definizione dei criteri d’ammissione contribuendo a delineare la composizione ideale del gruppo di discenti (classi d’età, maschi-femmine, ruoli e settori, ecc.), prosegue con la promozione, il contatto preliminare; supporta la selezione dei partecipanti. Opera durante il corso facilitando i contatti tra i partecipanti e tra questi e i docenti in aula e drante gli intervalli tra gl’incontri
8. Testimonianze: Con il ricorso a materiali video (TV/Film/Fiction) e brani di letteratura opportunamente selezionati dal gruppo di supporto alla didattica e i docenti giungono all’esplicitazione dei temi attraverso le testimonianze e la narrazione.
Dalla cura
al prendersi cura
“Il principio di reciprocità è una qualità intrinseca agli oggetti scambiati, una qualità che li assimila alla persona che li ha posseduti e che permane in essi anche dopo il passaggio nelle mani di un altro individuo”
(Mauss M. 1950, Sociologie et anthropologie, Puf, Paris 2002, Saggio sul dono, Einaudi, Torino).
L’evoluzione sanitaria non si esprime soltanto attraverso nuove strutture e miglioramenti tecnologici. L’innovazione può avere anche un volto umano.
Ad un anno esatto dal convegno “Sulla propria pelle: io medico – paziente” l’ospedale Cotugno mantiene le promesse e realizza una “Scuola di Umanizzazione”.
Il corso di formazione “Dalla cura al prendersi cura”, realizzato nell’ambito delle attività di formazione del CSV rappresenta un momento di continuità e di attuazione del più ampio progetto di umanizzazione del rapporto operatore sanitario-paziente, intrapreso tre anni fa dall’associazione “Compagni di viaggio Onlus” e dai servizi di psichiatria e di psicologia dell’Ospedale “D.Cotugno”, che ha portato alla creazione di una prima postazione di book crossing e alla realizzazione di numerose iniziative, che hanno trovato sin da subito il sostegno della Direzione Strategica e il supporto del Servizio di Comunicazione e Marketing Sanitario.
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Il corso, inaugurato da un convegno introduttivo, punta ad analizzare i molteplici aspetti della relazione di cura e della comunicazione sanitaria.
Attraverso la stimolazione e il miglioramento delle capacità comunicative, mediante l’approfondimento di dinamiche psico-sociali ma soprattutto grazie alle ore di esperienza pratica nei reparti, il corso si propone di fornire strumenti utili per la creazione di una relazione “nuova” tra operatore sanitario e cittadino-paziente.
L’esperienza del bookcrossing in corsia, avviata preso l’Ospedale Cotugno ad opera dell’AssociazioneCompagnidiviaggio Onlus rappresenta una buona prassi da cui partire per poter affrontare temi tanto delicati.
Lo scambio dei libri in ospedale contribuisce in modo significativo a separare il momento del ricovero dall’idea del solo disagio e di allontanamento forzato della persona dalle proprie abitudini e dalla propria rete di relazioni. La lettura di un libro contiene un importante valore aggiunto: non è solo un’occasione di evasione dal momento della sofferenza e della malattia, ma rappresenta anche un momento di condivisione: l’operatore che propone ad un degente un libro, intesse con lui anche un prezioso momento di dialogo e di relazione, parlando non al paziente ma all’uomo nella sua interezza.
L’ospedale dunque, attraverso lo scambio di libri, diviene luogo di condivisione di conoscenze ed emozioni, laboratorio conviviale in cui si costruiscono le relazioni umane. La base teorica profonda è quella del dono, che si estrinseca nella triplice azione del “dare – ricevere – ricambiare” intendendo la solidarietà come scambio finalizzato all’interazione sociale.
I discenti avranno modo di conoscere l’esperienza dell’Ospedale Cotugno, di apprendere le tecniche di realizzazione del progetto di bookcrossing in corsia, ma anche di confrontarsi con la realtà ospedaliera, misurandosi in attività pratiche, rese possibili anche grazie alla costituzione dello “Staff Aziendale per l’Umanizzazione”, di cui sono promotori il dr. Giuseppe Nardini e la d.tt.ssa Francesca Laudato, i quali possono contare su un team composto da rappresentati delle diverse divisioni interne all’Ospedale ed impegnato nella riorganizzazione dell’accoglienza dei pazienti e dei loro familiari.
Non un corso classico, dunque, inteso quale trasferimento di nozioni, ma un laboratorio di idee in cui il Cotugno propone una visione dell’ospedale che, recuperando l’antica vocazione di luogo di accoglienza, può trasformarsi in contesto formativo e di promozione della salute globale dell’individuo.
Ottobre piovono libri…in ospedale
Un libro per presentare l’Azienda e l’Azienda che si presenta attraverso i libri. È con questo spirito che l’Ospedale “D.Cotugno” ha partecipato all’iniziativa Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura 2007, campagna promossa dall’Istituto per il Libro della Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.Lunedì 22 ottobre, a partire dalle ore 9.00, la sala conferenze dell’A.O.Cotugno, è divenuto luogo di incontro e di confronto per tutti coloro che operano nel nosocomio partenopeo. I libri che, timidamente, hanno fatto la loro comparsa nelle corsie dell’ospedale sono diventati protagonisti, si sono offerti come veicolo di emozioni e di suggestioni, hanno invitato alla riflessione.
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Durante la giornata è stata proposta, inoltre, la visione di un video “Passioni Letterarie” che ha raccolto le videoproiezioni di brani letti e scelti dai dipendenti dell’Azienda. L’idea di catturare le letture, attraverso una telecamera posta nei corridoi dell’Azienda Ospedaliera, promossa e realizzata dalla dott.ssa Francesca Laudato e dal dr. Giuseppe Nardini, ha permesso un breve viaggio in quella che Umberto Eco chiamerebbe “memoria di carta”, fatta di quella sottile materia che è l’emozione individuale ma che, se condivisa, ci permette di conoscere un po’ meglio noi stessi e la realtà che ci circonda